A ottant'anni dalla nascita, il ritratto di un genio fuori dai
canoni
E' l'artista più popolare d'Italia e al tempo stesso il meno conosciuto.
Una biografia ce lo restituisce in tutta la sua complessità.
Senza voce, poco intonato, non alla moda, pericolosamente
¿disimpegnato¿ e per questo accusato di simpatie di destra... Sembra
quasi inevitabile, scrivendo di Lucio Battisti, imbattersi nei luoghi
comuni che lo hanno circondato per decenni e si sono intensificati
durante il lungo periodo di ritiro del cantante dalla vita pubblica. La
biografia di Ernesto Assante compone un ritratto sfaccettato del geniale
autore di Pensieri e parole, Il mio canto libero e di molti altri brani
entrati nella storia della musica leggera italiana. Un artista e uomo
multiforme, accessibile e al tempo stesso concettuale, protagonista di
una svolta creativa che l¿ha portato a una destrutturazione spiazzante
del concetto tradizionale di canzone. Un esempio unico di originalità
rivoluzionaria destinato a durare nel tempo.
Ernesto Assante
È giornalista e critico musicale di ¿Repubblica¿. Ha pubblicato, tra le
altre cose, La Storia del Rock (1983), Paesaggio metropolitano (1985)
e, a quattro mani con Gino Castaldo, Blues, Jazz, Pop, Rock, 33 dischi
senza i quali non si può vivere e Lucio Dalla.
«Assante contestualizza Battisti nel flusso della musica italiana della
seconda metà del secolo scorso, sostenendo - a ragione - che è
scorretto incasellarlo nell¿ambito della musica leggera, o ¿pop¿ che dir
si voglia, e restituendolo, come del resto è ragionevole, a quello del
miglior rock italiano.»
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