Lo sfaccettato ritratto di una delle figure chiave del Medioevo
Un saggio accende un faro sul volto meno indagato del sovrano, non
solo uomo di cultura, ma anche protagonista di una lunga e
sanguinosa guerra.
Stupor mundi, meraviglia del mondo, così fu chiamato Federico II di
Svevia, re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, uomo di
grandissima curiosità intellettuale, amante dell¿arte e delle scienze.
Affascinati dal suo innegabile carisma, gli studiosi hanno finito per
concedere ampio spazio soprattutto a questo aspetto della sua
biografia trascurandone un altro altrettanto cruciale: la sua idea
universalistica e sacrale dell¿Impero, che, tra il 1236 e il 1250, lo spinse
a ristabilire il suo primato sui Comuni ribelli dell¿Italia settentrionale,
guidati da Milano e sostenuti dal papa. Con una vivace narrazione ¿in
presa diretta¿, Grillo si concentra proprio su tale conflitto, che divorerà
le risorse politiche e militari dei contendenti, cambiando per sempre le
sorti dell¿Italia e dell¿Europa.
Paolo Grillo
Insegna Storia medievale all¿Università degli Studi di Milano e si
occupa della storia d¿Italia fra il XII e il XIV secolo. Fra i suoi libri più
recenti: La falsa inimicizia. Guelfi e ghibellini nell¿Italia del Duecento
(2018), Manfredi di Svevia (2021), Nascita di una cattedrale (2017) e
Le porte del mondo (2019).
¿Benché il suo peso sia stato di norma trascurato, la guerra contro i
Comuni ¿ la ¿guerra d¿Italia¿ come Federico stesso la chiama in alcune
sue lettere ¿ ha avuto un¿importanza fondamentale nella storia della
penisola¿.