Come è cambiato, e come ci cambia, il lessico che usiamo
Un¿intrigante ricognizione etimologica e una perlustrazione ad ampio raggio
attraverso 25 secoli di storia.
Il greco non è solo la lingua delle leggi, della scienza, dell¿arte, della politica, della
filosofia. Si annida anche là dove non ce lo aspetteremmo. Nella parola ¿attimo¿,
che probabilmente deriva da ¿àtomos¿; in ¿gamba¿, che ha alle sue spalle il greco
¿kampé¿ (giuntura); addirittura in ¿glamour¿, che forse deriva da ¿grammatiké¿. Una
lingua tutt¿altro che morta, quindi, da sempre usata come matrice quando si
vogliono inventare parole nuove. È accaduto con ¿psicologia¿, ¿utopia¿,
¿xenofobia¿ e oggi con ¿pandemia¿, che in origine non aveva nulla a che vedere
con le emergenze sanitarie. Con stile brillante, Giorgio Ieranò ci accompagna a
scoprire come le parole hanno fatto la storia e come la storia, a sua volta, ha
plasmato una serie di parole cruciali: quelle che da millenni usiamo per descrivere
noi stessi e il mondo.
Giorgio Ieranò insegna Letteratura greca all¿Università di Trento. Saggista e
traduttore teatrale, si occupa in particolare di mitologia e dramma antico. Tra i suoi
libri: Arianna. Storia di un mito (2010), La tragedia greca. Origini, storie, rinascite
(2010), Arcipelago. Isole e miti del Mar Egeo (2018), Il mare d¿amore. Eros,
tempeste e naufragi nella Grecia antica (2019).
¿La forza delle parole greche non sta in una loro immaginaria purezza ma, al
contrario, nelle scorie che esse si trascinano dietro da millenni. Nel fatto di essere
state contaminate, usate e abusate, da generazioni di esseri umani, nei più diversi
contesti.¿