"Mi è piaciuto scrivere tutti i miei libri, ma è con questo che mi
sono divertito di più"
Un omaggio agli autori più amati, raccontati nei loro vezzi, tic e manie.
¿L¿idea era di trattare questi letterati, conosciuti da tutti, come
personaggi da romanzo, che poi è probabilmente la maniera in cui tutti
gli scrittori intimamente desiderano vedersi trattati.¿ Questa la
dichiarazione con cui Javier Marías introduce Vite scritte, il volume in
cui ci consegna ventisei ritratti di celebri autori strappati alla solennità
monumentale e un po¿ agiografica delle storie della letteratura e
raccontati ¿con un misto di affetto e di scherzo¿ nelle loro stranezze e
ossessioni. La mano unticcia di Oscar Wilde (¿soffice come un cuscino,
o piuttosto molle come plastilina usata¿) e i disturbi intestinali
scrupolosamente annotati da Thomas Mann sul suo diario; il cattivo
rapporto di Arthur Rimbaud con l¿igiene e le scazzottate con cui Conan
Doyle non esitava a punire sconosciuti che maltrattavano le donne.
Senza sadismo, perfidia o accanimento morboso: le manie di quei
grandi non li dissacrano ma li umanizzano, li riportano tra noi.
«Non si tratta di pettegolezzo, ma di intuire, semmai, una relazione
ambigua quanto illuminante tra le opere e i giorni.»
Tuttolibri
Javier Marías è nato a Madrid nel 1951. Tra le sue ultime opere si
ricordano: Mentre le donne dormono, Così ha inizio il male e Berta Isla,
scelto come miglior libro del 2018 dalla «Lettura» del «Corriere della
Sera».